venerdì 7 luglio 2017

Articolo pubblicato su 100NOVE - ANNO III - Numero 27 - 6 luglio - IL CASO GENOVESE - Dal PD a Forza Italia




Dal PD a Forza Italia
Le sfaccettature di una vicenda umana e politica
raccontata da Lilly La Fauci

Achille Baratta

         L’ultimo giorno di Giugno, Vasco Rossi canta a Modena, la Germania vota le nozze gay, Merkel no!, Simone Vail, lascia la sua Europa con il cuore, su Cina boom dei consumi digitali, Equitalia addio, Danilo Petrucci pilota operaio, Xi a Hong Kong gioca a fare il padrino, il ritratto ufficiale di Macron, la poesia dell’emiro di Dubai, Sciarelli dai pm sul caso consip, Mattarella; non vado a elezioni anticipate, la legge elettorale slitta ancora, Renzi gelo su Franceschini, il modello Berrutto, Minniti piano per sequestrare le navi, Trump e i buchi sulla democrazia, vietato sposarsi almeno per i preti di una certa età. I visitatori di Cuffaro in carcere inquisiti.
Lo stesso giorno a Messina  alla Feltrinelli Point di via Ghibellina, Lilly La Fauci presenta: “dal PD a Forza Italia, il caso Genovese raccontato dai media”, conversava con l’autrice il prof. Francesco Pira, docente di Comunicazione e Giornalismo all’Università di Messina, alla presenza di Lucio D’Amico, vicecaporedattore della Gazzetta del Sud, Gisella Cicciò, consigliere dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, e Sebastiano Caspanello, redattore della Gazzetta.
L’autrice Lilly La Fauci ha fatto riferimento anche ai salti delle quaglie nazionali di questi ultimi giorni che affiancano Forza Italia al PD e dal teatrino della politica scrive: la “peculiarità di questo volume non sia solo il racconto della scelta di un autorevole esponente politico locale, «ma la narrazione puntuale da parte dei media di ogni singolo passaggio che dal locale diventa nazionale e quindi globale». E tutto questo, nell’era dei social network, va oltre il fatto in sé, diventa condivisione, commento, partecipazione pubblica di una vicenda politica che un tempo sarebbe rimasta all’attenzione dei soggetti coinvolti e degli addetti ai lavori. Il tempo analizzato dall’autrice è il dicembre 2015 e il libro, pur facendone riferimento sul clamoroso caso giudiziario che ha coinvolto il parlamentare messinese, ma su quanto avvenuto all’indomani dell’uscita dal cercare di Francantonio Genovese, l’ufficializzazione del suo passaggio dal Pd a Forza Italia, seguito poi da una moltitudine di consiglieri, è stato il «più grande salto della quaglia» mai avvenuto a Messina”.
A dire la verità alla presentazione del libro, ironia ce ne era tanta. La prima fila riservata a quelli della gazzetta, sul banchetto laterale la direttrice del “Soldo”, prof.ssa Adele Fortino, i fotografi, i parenti dell’autrice elencati nel testo e qualche amico o curioso, poi il vuoto.
Tre interventi tra cui il mio, in cui ho fatto riferimento al tempo, per ricordare che solo il tempo sarà il Custode della Verità e che il carisma dell’uomo vero si misura quando perde la china e non quando è al potere e che Francantonio ha vissuto la vita con il motto: “amo vivere la vita e vivirla come l’ho amata”.
Nel testo in appendice sempre simpaticamente e con un pò di ironia l’intervista all’on. Francantonio Genovese. In conclusione esso la sua sintesi: “checché se ne dica sul passaggio di Francantonio Genovese dal Partito democratico a Forza Italia, e sul fatto che tanti altri esponenti politici lo abbiano seguito, si tratta di un fatto perfettamente in linea con le tendenze della politica italiana”.
Ma la verità è che Messina non ha più un politico che conta e che tutto naviga nel nulla, l’attrazione sul Tibet è come un morso che ci stringe al collo ma certamente meglio di un commissario colluso.
Finalmente violato il motto: “calati giunco che passa a china”, queste e altre verità saranno ancora da vedere ma i danni sociali chi li paga?
Allora il caso Genovese non sarà raccontato dai media ma pagato da chi si è fatto prendere la mano dall’invidia e dall’ignoranza e perché no anche dal potere?.
L’autrice molto splendida, con abito nero, in pandan con gli occhi e i capelli, labbra e unghie rosso fiore.
Ma andando oltre l’aspetto salottiero indirettamente tutto è stato un elogio della dignità sintetizzato così da Giovanna Maria Flinck:
L’universalità dei diritti umani, dopo le atrocità della shoah e dell’ultimo conflitto mondiale, è scandita da una serie di enunciazioni. Si tratta della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo nel 1948: del Patto sui diritti civili e sociali del 1966; della Convenzione europea dei diritti umani nel 1950; della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea nel 2007 (per citare i documenti più significativi del percorso sovranazionale e internazionale); delle proclamazioni costituzionali nazionali”. Proprio l’universalità dei diritti fondamentali sembra essere il sintomo più evidente della oscillazione, tuttora, fra le due direttrici nelle quali approfondire l’idea di dignità. La prima è quella astratta in generale, per tutti gli uomini. La seconda è quella concreta, nel particolare, per ogni uomo: nel suo modo di essere e di porsi in rapporto con gli altri; nelle sue condizioni di vita; nelle sue scelte.
Il teatrino può riferirsi anche a Rodotà e alla sua ultima pubblicazione: “la solidarietà, che è cosa diversa dalla fraternità”.
Ci sarebbe anche Proust con la Ricerca del tempo perduto, compreso il mio. Ma che importa si è passata una bella serata, si è presentato un libro e siamo tutti soddisfatti.

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