Dal PD a Forza Italia
Le sfaccettature di una vicenda umana e
politica
raccontata da Lilly La Fauci
Achille Baratta
L’ultimo giorno di Giugno, Vasco Rossi canta a Modena, la
Germania vota le nozze gay, Merkel no!, Simone Vail, lascia la sua Europa con il
cuore, su Cina boom dei consumi digitali, Equitalia addio, Danilo Petrucci
pilota operaio, Xi a Hong Kong gioca a fare il padrino, il ritratto ufficiale
di Macron, la poesia dell’emiro di Dubai, Sciarelli dai pm sul caso consip,
Mattarella; non vado a elezioni anticipate, la legge elettorale slitta ancora,
Renzi gelo su Franceschini, il modello Berrutto, Minniti piano per sequestrare
le navi, Trump e i buchi sulla democrazia, vietato sposarsi almeno per i preti
di una certa età. I visitatori di Cuffaro in carcere inquisiti.
Lo
stesso giorno a Messina alla Feltrinelli
Point di via Ghibellina, Lilly La Fauci presenta: “dal PD a Forza Italia, il caso Genovese raccontato dai media”, conversava
con l’autrice il prof. Francesco Pira, docente di Comunicazione e Giornalismo
all’Università di Messina, alla presenza di Lucio D’Amico, vicecaporedattore
della Gazzetta del Sud, Gisella Cicciò, consigliere dell’Ordine dei Giornalisti
di Sicilia, e Sebastiano Caspanello, redattore della Gazzetta.
L’autrice
Lilly La Fauci ha fatto riferimento anche ai salti delle quaglie nazionali di
questi ultimi giorni che affiancano Forza Italia al PD e dal teatrino della
politica scrive: la “peculiarità di
questo volume non sia solo il racconto della scelta di un autorevole esponente
politico locale, «ma la narrazione puntuale da parte dei media di ogni singolo
passaggio che dal locale diventa nazionale e quindi globale». E tutto questo,
nell’era dei social network, va oltre il fatto in sé, diventa condivisione,
commento, partecipazione pubblica di una vicenda politica che un tempo sarebbe
rimasta all’attenzione dei soggetti coinvolti e degli addetti ai lavori. Il
tempo analizzato dall’autrice è il dicembre 2015 e il libro, pur facendone
riferimento sul clamoroso caso giudiziario che ha coinvolto il parlamentare
messinese, ma su quanto avvenuto all’indomani dell’uscita dal cercare di
Francantonio Genovese, l’ufficializzazione del suo passaggio dal Pd a Forza
Italia, seguito poi da una moltitudine di consiglieri, è stato il «più grande salto
della quaglia» mai avvenuto a Messina”.
A
dire la verità alla presentazione del libro, ironia ce ne era tanta. La prima
fila riservata a quelli della gazzetta, sul banchetto laterale la direttrice
del “Soldo”, prof.ssa Adele Fortino, i fotografi, i parenti dell’autrice
elencati nel testo e qualche amico o curioso, poi il vuoto.
Tre
interventi tra cui il mio, in cui ho fatto riferimento al tempo, per ricordare
che solo il tempo sarà il Custode della Verità e che il carisma dell’uomo vero
si misura quando perde la china e non quando è al potere e che Francantonio ha
vissuto la vita con il motto: “amo vivere
la vita e vivirla come l’ho amata”.
Nel
testo in appendice sempre simpaticamente e con un pò di ironia l’intervista
all’on. Francantonio Genovese. In conclusione esso la sua sintesi: “checché se ne dica sul passaggio di
Francantonio Genovese dal Partito democratico a Forza Italia, e sul fatto che
tanti altri esponenti politici lo abbiano seguito, si tratta di un fatto
perfettamente in linea con le tendenze della politica italiana”.
Ma
la verità è che Messina non ha più un politico che conta e che tutto naviga nel
nulla, l’attrazione sul Tibet è come un morso che ci stringe al collo ma
certamente meglio di un commissario colluso.
Finalmente
violato il motto: “calati giunco che
passa a china”, queste e altre verità saranno ancora da vedere ma i danni
sociali chi li paga?
Allora
il caso Genovese non sarà raccontato dai media ma pagato da chi si è fatto
prendere la mano dall’invidia e dall’ignoranza e perché no anche dal potere?.
L’autrice
molto splendida, con abito nero, in pandan con gli occhi e i capelli, labbra e
unghie rosso fiore.
Ma
andando oltre l’aspetto salottiero indirettamente tutto è stato un elogio della
dignità sintetizzato così da Giovanna Maria Flinck:
“L’universalità dei diritti umani, dopo le
atrocità della shoah e dell’ultimo conflitto mondiale, è scandita da una serie
di enunciazioni. Si tratta della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo
nel 1948: del Patto sui diritti civili e sociali del 1966; della Convenzione
europea dei diritti umani nel 1950; della Carta dei diritti fondamentali
dell’Unione Europea nel 2007 (per citare i documenti più significativi del
percorso sovranazionale e internazionale); delle proclamazioni costituzionali
nazionali”. Proprio l’universalità dei diritti fondamentali sembra essere
il sintomo più evidente della oscillazione, tuttora, fra le due direttrici
nelle quali approfondire l’idea di dignità. La prima è quella astratta in
generale, per tutti gli uomini. La seconda è quella concreta, nel particolare,
per ogni uomo: nel suo modo di essere e di porsi in rapporto con gli altri;
nelle sue condizioni di vita; nelle sue scelte.
Il
teatrino può riferirsi anche a Rodotà e alla sua ultima pubblicazione: “la solidarietà, che è cosa diversa dalla
fraternità”.
Ci
sarebbe anche Proust con la Ricerca del tempo perduto, compreso il mio. Ma che
importa si è passata una bella serata, si è presentato un libro e siamo tutti
soddisfatti.
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